Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers, Volume 2 eBook

This eBook from the Gutenberg Project consists of approximately 394 pages of information about Stories from the Italian Poets.

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  Pero ti voglio la vita lasciare,
    Ma non tornasti piu per darmi inciampo. 
  Questo la fuga mi fe simulare,
   Ne v’ebbi altro partito a darti scampo. 
  Se pur ti piace meco battagliare,
    Morto ne rimarrai su questo campo;
  Ma siami testimonio il cielo e ’l sole,
  Che darti morte mi dispiace e duole.

  Il Conte gli rispose molto umano,
    Perche avea preso gia di lui pietate;
  Quanto sei, disse, piu franco e soprano,
    Piu di te mi rincresce in veritate,
  Che sarai morto, e non sei Cristiano,
    Ed anderai tra l’anime dannate;
  Ma se vuoi il corpo e l’anima salvare,
  Piglia battesmo, e lascierotti andare.

  Disse Agricane, e riguardollo in viso: 
    Se tu sei Cristiano, Orlando sei. 
  Chi mi facesse Re del Paradiso,
    Con tal ventura non la cangierei;
  Ma sin or ti ricordo e dotti avviso,
    Che non mi parli de’ fatti de’ Dei,
  Perche potresti predicar invano;
  Difenda it suo ciascun co ’l brando in mano.

  Ne piu parole; ma trasse Tranchera,
    E verso Orlando con ardir s’affronta. 
  Or si comincia la battaglia fiera,
    Con aspri colpi, di taglio e di ponta;
  Ciascun e di prodezza una lumiera,
    E sterno insieme, com’il libro conta,
  Da mezzo giorno insino a notte scura,
  Sempre piu franchi a la battaglia dura.

  Ma poi che ’l sol avea passato il monte
    E cominciossi a far il ciel stellato,
  Prima verso del Re parlava it Conte;
    Che farem, disse, the ’l giorno n’e andato? 
  Disse Agricane, con parole pronte: 
    Ambi ci poseremo in questo prato,
  E domattina, come il giorno appare,
  Ritorneremo insieme a battagliare.

  Cosi d’accordo il partito si prese;
    Lega il destrier ciascun come gli piace,
  Poi sopra a l’erba verde si distese: 
    Come fosse tra loro antica pace,
  L’uno a l’altro vicino era e palese. 
    Orlando presso al fonte isteso giace,
  Ed Agricane al bosco piu vicino
  Stassi colcato, a l’ombra d’un gran pino.

  E ragionando insieme tutta via
    Di cose degne e condecenti a loro,
  Guardava il Conte il ciel, poscia dicia: 
    Questo the ora veggiamo, e un bel lavoro,
  Che fece la divina Monarchia,
    La luna d’argento e le stelle d’oro,
  E la luce del giorno e ’l sol lucente,
  Dio tutto ha fatto per l’umana gente.

  Disse Agricane:  Io comprendo per certo,
    Che to vuoi de la fede ragionare;
  Io di nulla scienza son esperto,
    Ne mai sendo fanciul, volsi imparare;
  E ruppi il capo al maestro mio per merto;
    Poi non si pote un altro ritrovare,
  Che mi mostrasse libro, ne scrittura,
  Tanto ciascun avea di me paura.

  E cosi spesi la mia fanciullezza,
    In caccie, in giochi d’arme e in cavalcare;
  Ne mi par che convenga a gentilezza,
    Star tutto il giorno ne’ libri a pensare;
  Ma la forza del corpo e la destrezza
    Conviensi al cavaliero esercitare;
  Dottrina al prete, ed al dottor sta bene;
  Io tanto saccio quanto mi conviene.

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